«Excuse me, bitte schön… Noio… volevam… volevàn savuar… l’indiriss… ja».
Il vigile: «Se ghè? Bisogna che parliate l’italiano, perché io non vi capisco».
Totò: «Complimenti, parla italiano. Bravo!».
Il vigile: «Ma scusate, dove vi credevate di essere? Siamo a Milano qua!».
E se lo dicono loro, forse è davvero così.
Abbiamo tutti i sintomi. Gli occhi sbarrati, la testa mai sgombra, il sorriso sulle labbra, i giorni pieni, le notti insonni e tanta, tanta creatività.
Gli stessi sintomi di chi non si è mai fermato, di chi non si è mai lasciato andare, di chi si è convinto giorno per giorno della consapevolezza dei propri mezzi, di chi non ha mai smesso di tenere i piedi per terra, lasciando anche un pò la testa fra le nuvole, solo perché lassù forse si pensa meglio. Forse perché lassù c’è una vista pazzesca.
Così con Wayfarer, zaino in spalla e la solita faccia da schiaffi, ci siam detti: “Andiamo!”.
C’è sempre un po’ di timore quando si esce dalla propria comfort zone, quando si esplora una nuova terra. Non ne conosciamo i confini, non sappiamo fin dove possiamo spingerci, ma la nostra ambizione viaggia, da sempre, parallelamente al nostro coraggio, abbiamo voglia di misurarci in un ambiente diverso, di imporre le nostre idee, di metterci in gioco.
Insomma, siamo pronti per il livello successivo, per piantare bandiera e conquistare un baluardo più lontano che ci consentirà di estendere la fibra Factory in tutta Italia.
“E Milano, con i suoi mille dialetti, con le settimane lunghe e con gli uffici, con le abbronzature a 100’000 Watt e una strana atmosfera di conquista” , cantava Alex Britti.
Noi quest’aria di conquista la sentiamo già, come il profumo più bello del mondo: profumo di nuove possibilità, di nuovi progetti, nuove amicizie e collaborazioni.
I nostri sogni stanno, step by step, diventando realtà.
Non siamo arrivati, perché forse non arriveremo mai o, per carattere, non ci sentiremo mai arrivati.
Nel nostro mondo non esiste questa parola, il nostro è un sistema in divenire fatto di continue evoluzioni e di costanti aggiornamenti.
Si dice che una squadra sia forte quanto il suo anello debole, e noi, di anelli deboli, proprio non ne abbiamo.
Quindi O’ mia bella Maduninaaa non ci resta che dirti: ne vedrai delle belle.
Benvenuta Factory, benvenuta Milano.